lunedì, marzo 27, 2006

Quanti?

Rocca: «L' eutanasia? Da radicale io dico no» Capezzone: superficiale
SUL «FOGLIO»

La migliore risposta all' «amico» Christian Rocca, che sul Foglio di ieri li ha accusato di essere cialtroni e propagandisti, dice Daniele Capezzone, era sul Riformista, sempre di ieri. «Come scrive appunto il giornale diretto da Polito - spiega il segretario dei Radicali -, bastava leggersi tutte e quattro le paginette del protocollo olandese sull' eutanasia per scoprire che i casi di bambini, sempre in condizioni gravissime, non superano i 15 all' anno, e che in Olanda non esiste nessun rischio di deriva eugenetica. No, non siamo superficiali, e non siamo in malafede. Rocca continuo a stimarlo ma quello che dice è completamente sbagliato. Quanto al suo direttore, Giuliano Ferrara, nella scorsa puntata di "Otto e mezzo" ci ha provato a tendermi un agguato ma ha fatto la fine del coyote, nella trappola c' è cascato lui». «Sono radicale, liberale, di sinistra e laico», ha esordito Rocca sul Foglio. Ma poi, ha accusato di cialtroneria i suoi amici radicali riguardo alla loro posizione sulla via olandese all' eutanasia, quella che ha fatto dire al ministro Giovanardi che gli olandesi sono come i nazisti. I Radicali farebbero finta di non sapere, oppure non vorrebbero dire, che la «morte dolce» viene praticata anche su bambini disabili gravi. «È mai possibile - ribatte Capezzone - pensare seriamente che genitori, politici, medici, giudici olandesi, tutti pazzi scatenati, abbiamo messo a punto un piano per liberarsi dei piccoli disabili? Smettiamola di buttarla in farsa. Io chiedo una grande commissione d' inchiesta in Italia. Quante eutanasie si praticano di fatto, e illegalmente, nei nostri ospedali? L' Inghilterra l' ha fatta l' inchiesta: sono almeno tremila le morti oscure ogni anno in Gran Bretagna, otto al giorno». Per scongiurare l' eutanasia selvaggia, continua il segretario dei Radicali, ci vogliono regole e garanzie. «La nostra proposta di legge - continua Capezzone - è ultragarantista. E non contempla in nessun caso i minori. Anche se riteniamo che pure su questo, un domani, si potrà discutere». Bene le regole e le garanzie, ma va oltre Maria Antonietta Coscioni, candidata per la Rosa nel pugno e moglie di Luca, malato di sclerosi laterale amiotrofica e scomparso un mese fa dopo anni di battaglie a fianco dei Radicali. Ne fa una battaglia culturale: «Queste polemiche sul protocollo olandese sono tutte pretestuose - dice -. Non capisco Rocca. Noi vogliamo allontanare i fantasmi che ruotano attorno alla parola eutanasia. Spesso nei dibattiti politici le parole sono vuote. I casi vanno contestualizzati e approfonditi perché la differenza tra quella che chiamiamo eutanasia e quello che chiamiamo non accanimento terapeutico spesso è sottilissima. I malati come Luca, quando arrivano ad uno stato di fame d' aria che richiederebbe la tracheotomia, possono rifiutarsi. Se lo fanno, passano ad una terapia farmacologica. Sono farmaci che placano la fame d' aria e li portano piano piano all' incoscienza. Poi arriva la morte. Quando Luca ha deciso di non essere tracheotomizzato, io ho molto sofferto, ma poi ho capito che per lui quella era la scelta giusta». Mariolina Iossa
Iossa Mariolina